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Il giardino zoologico di Nervi

Subito dopo l'acquisto di Villa Gropallo e Villa Serra da parte del Comune di Genova da varie parti si sentì la necessita di istituire un Giardino zoologico di prestigio che potesse competere con gli altri Zoo europei ed integrare l'attività scientifica già svolta dal prestigioso Museo di Storia Naturale cittadino. Tale Zoo poteva anche essere una meta interessante ed istruttiva per i bambini oltre a costituire una preziosa fonte di ispirazione per l'artista, educare alla pulizia, all'ordine ed all'arte della manutenzione. Il nuovo zoo consentiva di accogliere anche gli animali già ospitati nella centrale Villetta Dinegro e che, per mancanza di spazio, dovevano assolutamente essere trasferiti come infatti avvenne il 19.8.1931. Gli animali che vennero via via inseriti nella nuova struttura provenivano in gran parte da donazioni spesso ricevuta da Comandanti e Commissari di piroscafi o genovesi residenti soprattutto nell'America meridionale.
Al 31.12.1932 gli animali esistenti erano:
61 mammiferi in 41 specie
157 uccelli in 48 specie
4 rettili in 4 specie
Il principale problema era quello di accogliere gli animali in strutture adatte ad assicurare loro una discreta vivibilità senza stravolgere l'aspetto di un parco ben curato e con delle precise caratteristiche. Si cercò quindi di inserire nel paesaggio diverse costruzioni più o meno leggere nascondendole per quanto possibile nella vegetazione esistente e, quando era necessario, inserendone della nuova. Particolarmente attenti a non coprire le vedute a mare o la parte più bella del paesaggio attorno al parco.
Gli animali furono all'inizio ricoverati nella cosiddetta "tettoia deposito" della lunghezza di m. 30 ma rapidamente vennero predisposte altre costruzioni quali la "gabbia per i leopardi" che consentiva di vedere gli animali come fossero in mezzo alla vegetazione.
Su un'area di circa 1300 mq. venne poi predisposto il prato con "laghetto per i gallinacei, uccelli di ripa e acquatici". In questo laghetto, alimentato da un pozzo di acqua dolce, veniva fatta circolare sul fondo una corrente di acqua salata che assicurava il controllo delle alghe di superficie esercitando un'azione disinfettante e consentendo di supplire all'eventuale scarsità di acqua durante la stagione estiva.
Successivamente venne costruito prima il "recinto degli erbivori americani" (circa 400 mq.) con cervi delle pampas, lama cileni, un cervo Sika della Manciuria e altri esemplari della stessa specie e poi un "ricovero per orsi" comprendente diverse costruzioni e protetto da robuste sbarre di ferro.
Tra gli animali più popolari dello Zoo Nerviese sono citati dalla stampa contemporanea l'orsa bruna Roma, d'indole giocosa ma pronta ad aggredire se qualcuno le si avvicinava troppo, l'orso labiato Jack e soprattutto il gabbiano reale Gianco, sempre pronto a cantare col il suo grido caratteristico all'avvicinarsi delle persone.
(La maggior parte delle informazioni di cui sopra sono riprese dall'articolo di Oscar De Beaux sulla Rivista Municipale del maggio 1933).
Non è stato possibile, al momento, raccogliere notizie certe sulla fine degli animali esistenti nello zoo di Nervi. Da notizie raccolte tra gli abitanti sembra che durante la guerra, per motivi facilmente immaginabili, non fosse più possibile accudire gli animali nel modo opportuno. Si dice che felini e orsi siano stati inviati per treno a Roma dove all'arrivo in gran parte scapparono e fu necessario abbatterli.
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